Non sono nemmeno più riuscita a pubblicare nulla perchè il poco tempo che ultimamente ho a disposizione lo impiego per passare a trovarvi ed aggiornare la lista delle ricette che si sta facendo sempre più lunga.
Oggi però devo assolutamente parlarvi della serata alla quale sono stata invitata ieri, una serata in cui Liguria e Sicilia si sono incontrate a tavola ospiti di Sergio Circella della trattoria La Brinca
con la straordinaria partecipazione di uno dei personaggi più importanti del mondo enologico di Liguria: Carlo Ravanello, presidente della Commissione Assaggiatori della Camera di Commercio di Genova, responsabile per la Liguria della Guida dei Vini del Gambero Rosso.
Siete pronte ad una carrellata di foto e a qualche assaggio???
Carlo Ravanello |
Per prima cosa vi spiego il motivo per cui mi trovavo lì, un motivo di orgoglio per noi di Leivi: il vino che ha accompagnato il dessert, un passito da uve Cimixà, è di produzione di Maria Teresa e Domenico dell'agriturismo U Cantin che fanno parte della nostra associazione Leivinvita.
Ed eccoli al momento della presentazione, emozionatissimi ma al contempo orgogliosi del loro lavoro.
Adesso non posso non parlarvi di ciò che ci ha deliziato, cibo e vino in felice connubio.
Per incominciare,
Bianchetta Genovese
Golfo del Tigullio - Portofino d.o.c.
Autoctona 2011
La Ricolla di Daniele Parma, Ne
perfetta con piccoli assaggi nell'attesa.
di produzione di un vecchio vigneto situato in
Val Graveglia preso in gestione da qualche anno, è una bianchetta molto interessante, ancora molto chiusa, con poco tempo di bottiglia che deve quindi ancora affinarsi.
La Bianchetta, pur con le sue differenze territoriali, è un vitigno tipico che si articola sulle colline dai terreni poveri che, se trattato adeguatamente, può dare origine ad un vino con presa di palato immediata, caratteristiche singolari e grandi profumi, . L'inconveniente di questo vino è che difficilmente dura più di 2 o3 anni perchè con il tempo il profumo svanisce.
A seguire, antipasti della nostra campagna, tra cui il raviolo fritto, la farinata, il prebugiun di Ne, il castagnaccio, le fave con il salame e la baciocca di patate.
Per introdurre il prossimo vino, Sergio ci ha raccontato un aneddoto legato ai primi tempi immediatamente successivi all'apertura.
- Era la primavera dell'88 e mi viene richiesta una cena alla quale i clienti chiedono di portare personalmente il vino. Il signore in questione, presente tra l'altro questa sera in sala insieme a tanti altri produttori, presentò una bottiglia anonima ma con colori molto particolari, quello che ancora non sapevo sarebbe stato il Ciliegiolo di Bisson , un vino semplice come un nettare ma di grande impatto.
Il Ciliegiolo è un vitigno particolarmente bello, con bei grappoli violacei, che regalano la caratteristica colorazione porpora brillante al vino, particolare visivo da non trascurare, non meno importante del aspetto olfattivo e gustativo.
La storia del vitigno nasce da due persone preoccupate della salute del papà che vogliono alleggerirlo dell'impegno della cura il vigneto e pensano di darlo in gestione.
Piero Lugano, titolare dell'azienda Bisson rimane colpito da quel vino, pur ritenendolo al momento sgraziato e ruspante, con una punta di aceto e dei tannini aggressivi e capisce immediatamente che con una vinificazione attenta e con molta cura nella pressatura e nelle tempistiche avrebbe dato grandi sorprese.
E' un vino fatto in piccole quantità che da 10 anni viene esportato negli Stati Uniti, un vino dalle incredibili sfaccettature, che bene si abbina con molti piatti della cucina ligure, dalle verdure, alla carne, al pesce.
Noi l'abbiamo degustato così
Ciliegiolo Portofino d.o.c. 2011
Bisson di Piero Lugano
Chiavari
con
con
Gnocchetti di patate locali
al pesto, pomodoro e mandorle.
Dal primo passiamo ai secondi e dalla Liguria alla Sicilia: Carlo Ravanello è anche viticoltore nella lontana Sicilia alle pendici dell’Etna, dove in contrada Linguaglossa a 650 m. s.l.m., produce pochissime bottiglie di Etna Rosso che ci ha portato da assaggiare.
La coltivazione della vite in Sicilia ha una storia millenaria che si perde nella notte dei tempi, soprattutto sulle pendici dell'Etna dove se ne parlava già nell'Odissea a proposito di Polifemo: i veri vini siciliani nascono proprio lì.
Questo vino è il risultato di condizioni pedoclimatiche particolari in cui crescono i vigneti, con escursioni circadiane di temperatura che arrivano fino a 40°C e presenza di terreno acido molto ricco in sali minerali che trasmette acidità al vino. Le uve sono caratterizzate da carenza cromatica dovuta alla colorazione degli antociani, per cui viene aggiunto del Nerello Cappuccio al Nerello Mascalese per accentuarne la sfumatura.
Etna Rosso
d.o.c. 2010
La casa di Filippo
con
Noce di vitellone con olio extravergine da cultivar Nocellara dell'Etna e Randazzese
Noce di vitellone con olio extravergine da cultivar Nocellara dell'Etna e Randazzese
Un vino brillante con profumi di spezie nostrane e tannini ben polimerizzati che, dopo poche settimane in legno dove si è svolta la fermentazione malolattica, è stato trasferito in tonneau da 500 litri dove ha continuato il processo evolutivo acquisendo leggera presenza di legno.
Un vino con una gradazione alcolica, sebbene non dichiarata, che arriva vicino a 15 % , motivo per cui io mi sono fermata qui! niente cinghiale, niente annata 2009 per lasciare un po' di spazio per il dolce ed il passito.
La serata era stata già sufficientemente ad elevato tasso alcolico...non si può di certo dire che il vino ci sia stato misurato, i camerieri efficientissimi non ci permettevano di restare a lungo con il bicchiere vuoto ;)
Ed eccoci finalmente al dolce ed al passito
Maccaia
U Cantin
di Penco
Maria Teresa
San Colombano Certenoli
servito con
torta dura di nocciole locali
e torta soffice di castagne con il suo gelato
Vino passito da uve Cimixa (Scimiscià), uno dei vitigni autoctoni più pregiati e con caratteristiche peculiarità, molto noto nei tempi remoti ma purtroppo poco valorizzato in quelli più recenti, con il rischio di essere dimenticato definitivamente, recuperato grazie ad un progetto della Comunità Montana della Valfontanabuona con la collaborazione della Provincia di Genova.
La Cimixa è un'uva che produce poco, rende poco, è molto delicata con un acino dalla buccia sottilissima, ma è buona perchè molto zuccherina e veniva usata in passato come "migliorativo" nella Bianchetta e nel Vermentino per aumentarne il tasso alcolico.
In purezza viene usata per farne un buon passito con caratteristico aroma di miele di castagno.
Spero di essere stata precisa nel riportare quanto ci è stato detto durante la piacevole ed interessante serata...se per caso ho sbagliato qualcosa non me ne vogliate, non posso dire di essere stata completamente lucida e vigile dall'inizio alla fine!
Un grazie di cuore a tutto lo staff della Brinca e a Carlo Ravanello
e congratulazioni ai nostri amici Domenico e Maria Teresa!
ma che voglia di andare alla brinca!!!!
RispondiEliminaAndiamo insieme? è da un po' che non ci si vede!
Eliminapost interessante, come pure la serata, un abbraccio SILVIA
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