domenica 26 febbraio 2012

CAPPELLACCI AL PROFUMO DI MAGGIORANA

La temperatura negli ultimi giorni si è fatta decisamente più mite, c'è un lieve sentore di primavera nell'aria e noi siamo pronti ad andare per i prati a raccogliere le erbe selvatiche...allora venite con noi?

 L'appuntamento è fissato per domenica prossima, in questa pagina del sito trovate tutte le informazioni utili.


Ed eccolo il nostro preboggion!


Preboggion è un termine del dialetto ligure non traducibile nella lingua italiana che deriva probabilmente da preboggi che significa scottare ed indica una mistura di erbe selvatiche.

Un'altra curiosa origine di questo nome si attribuisce ad un aneddoto che racconta come alcuni crociati di Goffredo di Buglione durante una sosta nella marcia avessero raccolto delle erbe per preparare un pasto per il loro signore - preBoggion - che poi diede il nome a questo mazzetto.

La composizione del preboggion è legata alla ricerca dell' equilibrio complessivo dei sapori, tenedendo presente che ciascuna ha un aroma specifico: amaro il radicion, selvatico le gee, sapido-neutro la boraxe, saporito-dolce la talegua.

Il momento della raccolta è molto importante perchè tutte queste erbe non sono più commestibili allo stato adulto perchè diventano molto dure, vanno quindi consumate quando la pianta è giovane, quando ha appena formato la rosetta basale, cioè quando non hanno ancora costituito lo stelo florale.

Gli impieghi più comuni in cucina sono: il ripieno di magro dei pansoti, il ripieno della torta Pasqualina, la zuppa di verdure o semplicemente bollito con le patate o le focaccette di mais.
(grazie ad Anna Minghetti per le informazioni)

Oggi, visto il periodo, vi lascio una ricetta che una volta era considerata di magro, adatta alla Quaresima perchè fatta con semplici ingredienti, erbe selvatiche e prescinseua raramente con l'aggiunta di uova (mancano perfino nella sfoglia) e parmigiano con la quale potete anche fare i pansoti

"...un piatto curioso costituito da ravioli rigorosamente magri riempiti con un miscuglio di cinque erbe che non hanno cittadinanza negli orti comuni. Queste cinque erbe vengono raccolte esclusivamente sul Monte di Portofino, manipolate, amalgamate con estrema attenzione fino a che la manciata d'erbe non si muta in un succoso preboggion..."

quella che cambia è solo la forma.

CAPPELLACCI AL PROFUMO DI MAGGIORANA




Ingredienti

Per la pasta:

farina gr 450
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
vino bianco 2 cucchiai
uovo 1 (io uno lo metto)
sale un pizzico

Per il ripieno:

preboggion, borragine ed erbette gr 600
ricotta o prescinseua gr 180
uova 2
parmigiano grattuggiato gr 50
maggiorana fresca
noce moscata
sale e pepe

Preparate la pasta lavorando la farina con gli altri ingredienti e tanta acqua quanto basta a formare un impasto elastico e consistente. Formate una palla e lasciarla riposare coperta.

Pulite bene le erbe e fatele bollire in acqua salata, scolatele, strizzatele bene e tritatele.

In una ciotola riunite le erbe con gli altri ingredienti del ripieno ed aggiustate di sale e pepe.

Tirate la sfoglia e ricavatene dei dischi di circa 6 cm di diametro, ripartite il ripieno su metà dei dischi e ricoprire con i restanti avendo cura di premere bene ai bordi con le dita.

Se volete fare i pansoti, chiudete i lembi nella classica forma a tortello.

Cuocete i cappellacci in abbondante acqua salata (basteranno pochi minuti).

Scolateli e conditeli con burro fuso profumato con qualche fogliolina di maggiorana e parmigiano grattuggiato, ma io vi consiglio di fare un piccolo sforzo e di preparare anche la salsa di noci...non ne avrete a pentirvene :)

SALSA DI NOCI

Esistono parecchie varianti della salsa di noci, con il pane bagnato nel latte, con la panna, con il burro...tutte piuttosto cremose.
Ora, chi mi conosce sa che in cucina mi piace giocare con i colori, le diverse temperature e consistenze, per regalare una piacevole sorpresa a chi mangia, per non annoiare con qualcosa di monocorde...quindi, visto che questi tortelli di per sè diciamolo pure in bocca sono piuttosto mollicci, ho voluto accompagnarli con un pesto piuttosto che con una salsa, dove si potessero sentire sotto i denti i pezzettini di noci, pinoli e parmigiano.

Vi riporto una ricetta antica tratta dalla Cuciniera Genovese di Giò Batta e del figlio Giovanni Ratto che risale al 1863.

Ingredienti

gherigli di noci 20
pinoli 1 cucchiaio
aglio 1 spicchio
olio d'oliva 4 cucchiai più quello necessario per diluire la salsa
sale e pepe

Prendete delle noci e dipellatele bene, fate abbrustolire dei pignoli e quindi pestateli insieme alle noci nel mortaio (vi concedo l'uso del frullatore). Soffriggete poscia in casseruola con olio l'aglio ben tritato, mettetevi le noci e i pignoli pestati e fate nuovamente soffriggere. Dopo scioglieteli con olio e poca acqua calda e conditene pansoti, troffie, gnocchi e talgliatelli. 


Per finire cospargete con parmigiano grattugiato.

sabato 25 febbraio 2012

PREMIO CAKE BLOG DI QUALITA'




Un paio di giorni fa ho scoperto di aver ricevuto una gradita quanto inaspettata sorpresa da LaZiaCla di
Cotto e Sgolardato che ringrazio tantissimo per aver pensato a me, perchè per quanto sia solo un premio virtuale, è un bella gratificazione ed un riconoscimento del mio impegno.

Le regole del premio sono molto semplici
- nominare e ringraziare chi gli ha donato il premio
- linkare il blog di chi l'ha nominato
- condividere 7 ricette dolci che gli hanno cambiato la vita
- nominare altri 10 cake blogger a cui vorrà dare il premio e comunicarglielo

Incominciamo con le ricette dolci che ho scelto per voi

I petit beurre il biscotto del "buon mattino"
La focaccia dolce la merenda preferita dalle mie bimbe
I biscotti al cioccolato con le nocciole un dolce pensiero
I muffins ai mirtilli e cannella il ricordo di una bella giornata in cucina
La crostata di pere con yogurt cioccolato e zenzero 
Il trancetto fiordifragola per il primo contest a cui ho partecipato
La pastiera napoletana un dolce che adoro

Dire che queste ricette mi abbiano cambiato la vita è un po' azzardato, però da quando scrivo sul blog sicuramente qualcosa è cambiato. Mi spiego: non so se è una cosa che va bene, magari qualcuno potrà dire che difetto di amor proprio oppure - come già mi è stato detto - che ho la vocazione della geisha :) ma in linea di massima non sono capace di fare le cose solo per me, quindi quando faccio qualcosa provo l'incontenibile desiderio di farla per qualcuno, quantomeno di condividerla.

Ebbene in questo spazio ho la  possibilità di  interagire con voi, di regalarvi qualcosa di me - pensieri, una foto, una ricetta, un pezzettino del paese in cui vivo e di chi ci abita - di ricevere nuovi stimoli, apprezzamenti e a volte riconoscimenti da parte vostra che vanno a nutrire la mia autostima.

Ed ora purtroppo devo scegliere solo 10 di voi, ma vorrei cogliere l'occasione per ringraziare tutte quante per la motivazione che mi date di esprimere al meglio la mia creatività...
...grazie di cuore perchè contribuite a farmi stare bene :)

Assegno il premio a

Ely  Nella cucina di Ely

lunedì 20 febbraio 2012

PASQUA IN ANTEPRIMA per About Food

A festoni la grigia parietaria
come una bimba gracile s'affaccia
ai muri della casa centenaria.
Il ciel di pioggia è tutto una minaccia
sul bosco triste, ché lo intrica il rovo
spietatamente, con tenaci braccia.
Quand'ecco dai pollai sereno e nuovo
il richiamo di Pasqua empie la terra
con l'antica pia favola dell'ovo.

                                                                 Guido Gozzano



Ed ecco che cosa vi ho preparato!

Un pane dolce che nella tradizione di Pasqua di tutti i paesi non manca mai, una piccola ciambella intrecciata che con l'aggiunta di un uovo decorato diventa un segnaposto per la tavola...ed a questo punto mi sono domandata: perchè l'uovo ???

L'uovo, tutti sappiamo, è il simbolo della Pasqua: sodo o vuoto, decorato, di cioccolato oppure di zucchero, non può mancare in questa ricorrenza.

Ma quanti di noi conoscono il significato simbolico dell'uovo?

Ah, io non lo sapevo, sono dovuta andare a cercarmelo...una vita che "uova = Pasqua" e non so nemmeno perchè...meglio tardi che mai :)

In realtà la storia dell'uovo ha origini antichissime: veniva scambiato come dono durante le feste primaverili come simbolo di fertilità e rinnovamento della natura.

Con l'avvento del Cristianesimo, la nuova religione recepì questo rito pagano, per cui anche in occasione della Pasqua cristiana è presente l'uovo come dono augurale, con il significato di rinascita intesa come Resurrezione di Cristo.

CIAMBELLINE ALLA RICOTTA

La ricetta, presa e modificata dalla rivista Sale&Pepe, mi è piaciuta per la presenza della ricotta che rende l'impasto molto morbido senza esagerare con il burro; con lo stesso impasto potete preparare anche 2 pani più grossi intrecciandoli con le uova prima di metterli in forno.



Ingredienti

farina tipo "00" gr 300
farina Manitoba gr 200
lievito di birra fresco gr 25
ricotta gr 150
burro gr 50
tuorli 2
latte 1,5 dl
zucchero gr 100
arancia candita finemente tritata gr 50
sale gr 6

Setacciare la farina nella ciotola dell'impastatrice, unire la ricotta, il burro sciolto, il lievito sbriciolato, lo zucchero, l'arancia candita ed il sale.Versare il latte tiepido ed impastare per circa 5 minuti.

Lasciare riposare l'impasto per circa 1 ora in luogo tiepido, poi sgonfiatelo e stendetelo allo spessore
di circa 1 cm.

Ricavate delle strisce che arrotolerete ed intreccerete a formare delle ghirlande.

Mettetele su una teglia a lievitare finchè saranno quasi raddoppiate di volume, spennellatele con un uovo sbattuto con qualche cucchiaio di panna e cuocete in forno caldo a 180°C per circa 15 min o finchè saranno ben dorate.
              Questa ricetta partecipa al contest di About Food

giovedì 16 febbraio 2012

ITALIAN STREET FOOD: la panissa

E per panissa intendo ovviamente quella ligure, perchè esiste anche una panissa piemontese, che però è un piatto di riso e maiale...tutt'altra cosa.

La preparazione della nostra panissa è molto simile a quella della polenta da fare fritta o abbrustolita, solo che, invece della farina di mais, si usa quella di ceci perchè in Liguria erano facilmente reperibili, come dimostrano le tante ricette in cui sono utilizzati.

Una volta non si aveva a disposizione la molteplicità di ingredienti che riusciamo a trovare oggi, così ti toccava usare sempre gli stessi per tutta una vita, come per esempio le castagne, che alla fine - come mi raccontava mia nonna - ti uscivano dagli occhi...ed ecco allora uscire la creatività per cercare di rompere un minimo il tono monocorde di un sapore :)

Quindi i ceci si trasformavano nelle zuppe (come la mesciua), nello zimino con le bietole e, se andava bene, con le seppie, sotto forma di farina per fare la pasta, la rinomata farinata oppure la panissa.

Per chi non è ligure, non so se vi è mai capitato di mangiare la vera farinata in una delle tradizionali friggitorie genovesi o sciamadde...un'esperienza imperdibile se venite da noi!
 
La farinata fatta a regola d'arte deve essere sottile ma non troppo, morbida sotto ma con una crosticina croccante e dorata in superficie, profumata di olio d'oliva ed unta al punto giusto...mi è aumentata la salivazione solo ad immaginarla per potervela descrivere :D


foto dal web

Di sciamadde non ce ne sono più molte purtroppo, a Genova vi consiglio di andare nel cuore della città, nella zona di piazza Caricamento, dove nei segreti dei suoi vicoli si trovano ancora custoditi i sapori di una volta (adesso gomito a gomito con quelli di altri paesi, ma questa è un'altra storia).











foto dal web
Locali semplici, una volta con il forno a legna ed un bancone di marmo, piastrelle bianche e grossi testi di rame,  dove ci si poteva rifocillare con torte salate, polpettoni, friscioe (frittelle di baccalà), pigneu (pesciolini fritti) e farinata magari in mezzo a 2 fette di pane...piatti veloci da consumare in piedi appoggiati al bancone o per la strada in un cartoccio di carta paglia, una specie di fast food di una volta.


Per fare una farinata degna del suo nome, ci vogliono il forno a legna ed il testo di rame perchè la cottura deve essere fatta ad alta temperatura con il calore che viene da sopra - da qui il nome Sciamadda, fiammata.

Invece le panissette che, se fritte in olio d'oliva hanno un sapore simile, sono semplicissime e potete farvele tranquillamente in casa.

PANISSETTE FRITTE



Ingredienti

farina di ceci gr 300
sale
pepe appena macinato
una manciata di aghi di rosmarino
olio d'oliva per friggere

Versate 1 litro di acqua tiepida in una ciotola ed aggiungete la farina di ceci poca alla volta sbattendola con una frusta, facendo attenzione a sciogliere tutti i grumi. Salate e lasciate riposare una mezz'ora.


Versate in una pentola a fondo spesso, portate ad ebollizione senza mai smettere di mescolare.

Quando sarà rassodata tanto da staccarsi dai bordi della pentola ed avrà perso il sapore amarognolo è pronta, circa 40 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Versate ora la polentina in un piatto unto e lasciatela raffreddare.

Tagliatela a fettine o a bastoncini che friggerete poco alla volta nell'olio caldo fino a che saranno leggermente dorati.

A me piace quando praticamente sono pronte da tirar su, aggiungere qualche ago di rosmarino, adoro il suo profumo abbinato al sapore dei ceci.




Lasciate asciugare su carta assorbente e servite spolverati con sale e pepe.




Con questa ricetta che chiamo EN14 panissette fritte partecipo
al contest di Il cucchiaio d'oro



e alla raccolta di Laura in cucina


martedì 14 febbraio 2012

CIO' CHE CONTA...

...non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa.

Oggi niente ricette, qualsiasi cosa va bene, basta una tavola apparecchiata, perchè anche se l'amore c'è tutti i giorni, questo è un modo di dirlo senza parole.


lunedì 13 febbraio 2012

LA DOMENICA SOTTOZERO

Buon Lunedì a tutti, come avete passato il weekend?

Immagino che molte di voi siano state chiuse in casa a dilettarsi tra i fornelli con questo freddo...io adoro essere costretta dal brutto tempo a stare in casa la domenica, senza orari da rispettare, semplicemente rilassarmi, lasciarmi vivere, gironzolare tra i vostri blog, mettere in pratica qualche felice intuizione culinaria magari qualche ricetta per un contest..

Se il tempo è bello, me lo concedo difficilmente.
Non so perchè ma mi sento in dovere di fare qualcosa, sarà che ho 2 belvette che in casa diventano irrequiete???

So che molte regioni d'Italia sono sepolte sotto la neve, da noi in Liguria non è nevicato, c'è solo molto molto freddo ed un vento che per quanto ti copri ti entra dappertutto e ti fa battere i denti.

Ecco, il suddetto freddo.

Ieri mi apprestavo a realizzare le crespelle che vi presenterò a breve, quando sento la mia gattina Piuma piangere sotto la finestra della cucina. Non riusciva a saltare, come è solita fare, sul davanzale dal tetto della veranda sottostante. A dire la verità non riusciva nemmeno a starci in piedi. Era una lastra di ghiaccio!!!

Ooooh! Nevicava pure, ma solo sopra la veranda. Che strano...

Cavolo!!! Scoppiato un tubo dell'acqua sul tetto della casa, ma proprio lì doveva succedere???

Fate conto 2 piani più una mansarda e due poveri cristi in cima, esposti ai rigori della giornata a fare gli equilibristi sulle tegole gelate. Io facevo solo da aiutante ed intanto benedicevo più e più volte di avere un uomo in casa, un uomo capace per giunta, ovviamente non è l'unico motivo per farlo eheheheh ma...chi lo trovava un idraulico alle 11 di domenica mattina???

In ogni caso alla fine ci abbiamo messo una pezza ed ho potuto preparare le mie crespelle che l'uomo capace ha molto apprezzato dopo essersi decongelato.


CRESPELLE DI FARINA DI CASTAGNE CON BROCCOLETTI PRESCINSEUA
E GOCCE DI PESTO



Questa non è una ricetta ligure ma l'ho ideata utilizzando ingredienti tipici della nostra cucina, come la farina di castagne, il pesto e la prescinseua.

Quest'ultima altro non è che una cagliata, una via di mezzo tra ricotta e yogurt, utilizzata un tempo in Liguria nella preparazione delle torte di verdura come la torta pasqualina e nella focaccia con il formaggio.
Il suo tipico sapore era dovuto al latte insaporito dalle erbe aromatiche presenti nei pascoli dell’appennino.
Il medico Oderico, nella seconda metà del ‘400, in un trattato raccomandava l’uso di questo formaggio che, a differenza degli altri ritenuti “pesanti e di non facile digestione”, era da ritenersi “cibo leggero e facilmente digeribile”.

Dato che è difficile trovarla fuori dalla nostra regione, potete sostituirla con la ricotta mescolata con del formaggio un po' acidulo tipo caprino.



Ingredienti

Per le crespelle:

farina di castagne gr 75
farina di grano tenero gr 50
uova 3
latte gr 250
olio extravergine d'oliva gr 40
sale un pizzico

Mettere nel mixer tutti gli ingredienti e frullare finchè il composto sarà liscio e senza grumi.

Fate riposare almeno mezz'ora in frigorifero.

Ponete a scaldare sul fuoco un padellino antiaderente, ungete con poco olio, versate tanta pastella quanto basta a coprire il fondo, cuocete finchè i bordi prendono colore, girate e cuocete dall'altra parte.
Ripetete finchè non avrete esaurito la pastella.


Per il ripieno:

cime di broccoletti gr 500
prescinseua gr 250
parmigiano 2 cucchiai

Lessate i broccoletti in acqua salata, lasciatele raffreddare e tritateli grossolanamente.

Mescolateli con la prescinseua ed il parmigiano ed aggiustate di sale.

Per il pesto:

foglioline di basilico gr 70
parmigiano grattugiato gr 50
1 spicchio d'aglio
pinoli gr 30
olio extravergine 1/2 bicchiere
sale


Ne approfitto per riportarvi una tante versioni del pesto cercando di attenermi ad una delle più fedeli ancora oggi in uso e per darvi qualche infomazione.

Il basilico, giovane e fresco deve essere quello a foglia piccola, il migliore è quello denominato di Prà.
Le foglie più grandi tendono ad avere sapore di menta e danno un colore verde scuro al vostro pesto.

L'olio è meglio sia quello ligure perchè più delicato.

I pinoli  devono essere quelli del pino marittimo.

Nella ricetta antica del pesto si usava anche la prescinseua che serviva per ammorbidire il pesto.

Il pesto andrebbe preparato "all'antica" con il mortaio perchè gli olii essenziali del basilico sono molto sensibili all'ossidazione e le lame del frullatore lo scaldano, alterandone il sapore.
Vabbè, visto che usiamo tutti il frullatore, io faccio così per evitare di farlo girare troppo: metto nel mixer il parmigiano, l'aglio (a cui se c'è tolgo il germoglio che ha un sapore troppo forte), i pinoli ed il sale. Frullo e poi aggiungo le foglie di basilico lavate ed asciugate, frullo ancora brevemente versando l'olio a filo.


Farcite le crespelle con il composto di broccoli e prescinseua e mettetele in forno a 180°C (dove avrete messo una bacinella di acqua bollente per non farle seccare) per 10 minuti e servitele con un cucchiaio di pesto.



Questa ricetta partecipa al contest di About Food

giovedì 9 febbraio 2012

I PETIT BEURRE

Tazza di latte e biscotti...quel mattoncino bucherellato tanto buono tuffato nella tazza a colazione, 3 o 4 uno sopra l'altro oppure nel pomeriggio con il tè, che se non stavi attenta a ripescarlo subito, si scioglieva e non ci riuscivi più...

Semplici, non troppo dolci, accompagnabili con marmellata o crema di cioccolato, i petit beurre hanno il profumo dei miei ricordi d'infanzia e anche se li chiamavamo Oro Saiwa...quanti ne ho mangiati da piccola!

Sono sempre gli stessi da non so quanti anni: erano quelli più economici insieme ai Bel Bon (chi se li ricorda???) che avevano la forma di un sole con tanti piccoli raggi che erano i primi ad essere mangiati. Io e mia sorella andavamo con la mamma a comprarli direttamente nello spaccio della fabbrica a Genova, dove vendevano quelli rotti nei sacchetti di plastica bianchi che costavano di meno di quelli confezionati.

Ho cercato più volte di riprodurre il sapore e la consistenza dei petit beurre, ma nessuna ricetta mi ha mai dato soddisfazione al 100%. Alcune avevano le uova negli ingredienti, che invece non sono previste, altre erano troppo burrosi e friabili...finchè, non mi chiedete dove perchè non lo ricordo, ho trovato quella giusta :)

Il procedimento è un po' strano, mai sentito fare i biscotti in questo modo, però il risultato è davvero strabiliante, me ne sono accorta quando ho preso in mano a pasta dopo il tempo di riposo...aveva uno strano aspetto traslucido completamente diverso dalla frolla.

Provateli...e poi sappiatemi dire!



A noi sono piaciuti tantissimo, hanno un gusto semplice ed una consistenza un po' secca, l'unico problema è che spariscono in un batter d'occhio...difficile stancarsi a mangiarli!

PETIT BEURRE

Ingredienti per circa 25 biscotti
( io li ho fatti tres petit perchè non avevo lo stampino giusto e me ne sono venuti quasi il doppio)

farina tipo "0"  gr 250
burro gr  100
acqua gr 75
zucchero gr 100
sale gr 2
lievito per dolci gr 2,5
vaniglia 1 pizzico

Mettere in una casseruola acqua, burro, sale e zucchero e portare ad ebollizione.

Lasciare raffreddare ma non troppo perchè il burro non deve solidificare in superficie.

Versare la miscela in una ciotola insieme alla farina setacciata con il lievito e mescolare quanto basta per avere un impasto omogeneo.

Lasciare riposare in frigorifero tutta la notte.

Il giorno dopo prendete l'impasto e stendetelo ad uno spessore di 3 mm, ritagliare i biscotti e cuocerli nel forno a 170°C per circa 10 minuti.


Se poi volete renderli più golosi potete sempre fare anche gli Oro Ciok :)






Con questa ricetta partecipo al contest di Pensieri e pasticci e Dragonfly Shop



ed al contest di Ritroviamoci in cucina

lunedì 6 febbraio 2012

IL PRINCIPE RANOCCHIO

 
Nei tempi antichi, quando desiderare serviva ancora a qualcosa, c'era un re, le cui figlie erano tutte belle, ma la più giovane era così bella che perfino il sole, che pure ha visto tante cose, sempre si meravigliava, quando le brillava in volto...


Una favola, un biscotto...basta un po' di fantasia per trasformare una semplice ricetta in qualcosa di originale


Ho fatto questi biscotti al limone da portare ad una cena di amici, a vederli non erano niente di eccezionale, ma guardate un po' cosa diventano farciti con cioccolato bianco e crema di pistacchio, un po' di glassa e di cioccolato fondente.

Non sono carini???



FROLLINI AL LIMONE

Ingredienti per circa 25 ranocchi

farina tipo 00 per dolci   gr 280
burro morbido  gr 160
zucchero al velo gr 125
tuorli 2
la scorza grattuggiata di 2 limoni
una punta di cucchiaino di vaniglia Bourbon
sale 1 pizzico

Montare il burro con lo zucchero ed aggiungere i tuorli uno alla volta, la scorza di limone, la vaniglia ed il sale.

Aggiungere la farina setacciata e lavorare tanto quanto basta per avere un impasto omogeneo.

Formare un salsicciotto del diametro di 3-4 cm, avvolgerlo nella pellicola e lasciarlo per un paio d'ore in frigorifero.

Accendere il forno e portarlo a 170°C, tagliare l'impasto a rondelle di circa 1/2 cm di spessore, sistemarle sulla teglia coperta da carta da forno e cuocere i biscotti per 12-15 minuti senza fare prendere colore.

Lasciarli raffreddare ed unirli a due a due con 100 gr di cioccolato bianco fatto fondere a bagnomaria con 2 cucchiai di pasta di pistacchio o, eventualmente, con del colorante verde per alimenti.

Decorare con glassa e poco cioccolato fondente fuso e voilà...pronti!!!






Questa ricetta partecipa al contest di Ladies Marmalade




ed al contest di Diariodicucina




domenica 5 febbraio 2012

MINI PAVLOVA AI FRUTTI ROSSI

Quale regalo migliore si può fare a chi si ama se non il proprio cuore?



Manca poco al 14 Febbraio, il giorno di San Valentino, una festa che in ogni caso io posso sempre festeggiare, perchè anche se nessuno mai lo ricorda, è anche il mio onomastico :)

Se mai, nel migliore dei casi, la festa è pure doppia...come negli ultimi anni, e pure la felicità!!!

Credo che soprattutto in questa occasione sia importante mettere il proprio cuore nel preparare qualcosa di speciale perchè, anche se non ce ne accorgiamo, quando cuciniamo con amore una sottile energia passa nel cibo e in chi lo mangia, e questo contribisce a rinforzare l'unione.

Il cibo è un simbolo molto forte di amore e coesione: la tavola apparecchiata con cura, la ricerca di un piatto particolare simboleggiano il dono di sè attraverso il cibo.

Vi lascio quindi una ricetta che ho pensato per l'occasione

MINI PAVLOVA AI FRUTTI ROSSI


Per 12 cuori

3 albumi
125 gr di zucchero al velo
1 cucchiaio di maizena
qualche goccia di succo di limone
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
150 gr di cioccolato fondente
 200 ml di panna fresca
1 cestino di lamponi
1 cestino di fragole

Montate gli albumi a neve ben soda in una ciotola resistente al calore, mettete la ciotola sopra ad una pentola d'acqua in leggera ebollizione, unire metà dello zucchero e continuare a montare.

Aggiungere il resto dello zucchero, la maizena, l'essenza di vaniglia ed il succo di limone a goccia a goccia fino ad ottenere un composto denso e lucido.

Con l'aiuto di un tagliabiscotti disegnate dei cuori sulla carta da forno e ponetela con i disegni verso il basso su una teglia, in modo che la matita non venga a contatto con la meringa.

Mettete la meringa in un sac a poche e formate dapprima la base dei cuori, poi il bordo in modo da ottenere un cestino poco profondo.

Lasciate asciugare le pavlove in forno a 60-70 gradi lasciando lo sportello leggermente socchiuso per almeno 4 ore o finchè non sono asciutte.

Nel frattempo lavate le fragole, tagliatele a pezzi e cuocetele con 2 cucchiai di zucchero. Lasciate raffreddare e frullate.

Montate la panna con 4 cucchiai di purea di fragole.

Fate fondere il cioccolato a bagnomaria. immergetevi le pavlove e fatele raffreddare in frigorifero su un foglio di carta da forno.

Decorate con la panna alle fragole, i lamponi ed il cioccolato fuso.






Questa ricetta partecipa al contest di About Food