martedì 31 maggio 2011

IL MERCATINO DEL SABATO MATTINA A LEIVI

Sabato scorso c'è stata l'inaugurazione della seconda edizione del mercatino di Leivi che si terrà ogni sabato mattina dalle 8 alle 12 in località Rostio, proprio all'inizio della salita che da Chiavari porta verso Leivi.

Io purtroppo sono arrivata tardi quando ormai era in chiusura e non sono riuscita a cogliere in pieno quello che doveva essere il trionfo di colori e profumi di chi a questo mercatino la fa da padrone: la frutta e la verdura dei produttori locali in esposizione sui banchi...e poi olio, miele, conserve, tutti a Km zero!

Ma qualche foto sono riuscita a farla lo stesso


La manifestazione è nata per valorizzare il territorio con le sue produzioni e per favorire le aziende agricole
nel loro lavoro di mantenimento del territorio attraverso la coltivazione dei terreni e la gestione degli uliveti.

Gli espositori sono i diretti produttori di ciò che commercializzano e ciò, non solo evita un aumento di prezzi, ma soprattutto è garanzia che prodotti siano appena raccolti e rigorosamente stagionali, legati cioè ai ritmi naturali che è necessario riscoprire e valorizzare se vogliamo prodotti con qualità organolettiche superiori.


Basta provare per credere...il sapore la dice tutta!!!

mercoledì 25 maggio 2011

IL PROSSIMO EVENTO

...E CHI C'ERA RACCONTA

Sono ormai passate 2 settimane dalla Mangialonga ed a voi sembrerà un evento assai lontano, ebbene sì!! già ci stiamo preparando per il prossimo che vi posterò a breve, ma noi ci siamo incontrati per fare un summit e devo confessare che eravamo tutti piuttosto soddisfatti di come è andata e del riscontro che ha avuto. Bè, non che non si possa ancora migliorare, ma è solo la seconda edizione ed in questi casi è solo l'esperienza che insegna!
Per chi volesse vedere le foto sono tutte sul sito di Leivinvita


Ho chiesto alle mie colleghe un aiutino per raccontarvi qualcosa di più, perchè io, essendo la responsabile del primo stand con gli spiedini di frutta e dell'ultimo con i dolci, ero troppo occupata a controllare che tutto fosse a posto per seguire quanto avveniva tra i partecipanti.

Federica - C'è stata la presenza allegra ed originale di un gruppo di ragazze provenienti da Genova, che hanno regalato la Mangialonga ad una di loro futura sposa, come festa di addio al nubilato. Pertanto l'escursione è stata rallegrata da scherzi simpatici, giochi e prove da superare, ideate da questo gruppo di amiche. Ovviamente i signori uomini più goliardici del gruppo hanno intonato una sfilza di canti in genovese con tutti i doppi sensi possibili ed immaginabili con conseguente coinvolgimento di tutto il gruppo ed il divertimento di chi ascoltava!


Nota di particolare rilievo è stata la partecipazione di un escursionista con grossi problemi di deambulazione, ma che ha sostenuto in maniera veramente ammirevole ed encomiabile più della metà dell'escursione seguendo tutto il percorso senza passare per tratti asfaltati, più facili per lui da percorrere. Solo nel tratto finale è stato accompagnato in auto dai suoi accompagnatori di sostegno. Un bell'esempio di vita per tutti noi!



Anna - Il gruppo di noi che serviva gli antipasti si è dato un gran da fare a fare i piattini a porzione con un po' di questo ed un po' di quello, li si è disposti tutti su un gran tavolo e la gente passava e si serviva. Facevano un figurone così esposti! Per fortuna eravamo all'ombra sotto il tetto del sottopassaggio della villa della Dina . . . che villa!!! e che vista !!!



Io ho girato per 3 tappe e mi sono accorta delle espressioni di chi arrivava alla spicciolata e di chi arrivava a grossi gruppi, in che modo diverso approcciavano il cibo. Per non parlare di quelli che a San Rufino si sono dovuti mettere in coda per i pansotti, le cui portate di teglie sparivano in un battibaleno e si doveva aspettare per le prossime con la gente ancora in coda, . . .  però la bontà dei pansotti faceva dimenticare che si erano fatti attendere.

Alla chiesa di San Rufino in particolare era evidente il contrasto fra la frenesia di servire ed accontentare tutti e la calma dei serviti spaparanzati per tutta l'area circostante la chiesa a terrazza sul mare. Sembrava che una volta arrivati là i partecipanti non volessero più continuare tanto era invitante fermarsi e riposarsi.

 Se noi eravamo in 6 a gestire la preparazione dei piatti e a servire all’ombra (bevande comprese), ai testaroli, sotto il sole, c’erano solo Celle e l’altro signore. Erano proprio sopra di noi, bastava allungare il collo e me li vedevo lì pacifici malgrado fossero indaffarati, come perfetti professionisti del catering. Hanno continuato imperterriti a fare testaroli sulla piasta incandescente e a servire i testaroli uno via l’altro . . . Veramente bravi . . . e che buoni i testaroli!


 A me personalmente è piaciuto molto il fatto di riuscire a fare qualcosa tutti insieme, ognuno con le proprie capacità, coordinandoci per la buona riuscita di un'obiettivo comune e quello che voglio dirvi si riassume in queste poche parole che rubo a H.Ford:

mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo!

lunedì 9 maggio 2011

NOI C'ERAVAMO...

Bellissima giornata fino dalle prime ore della mattina :)))  La prima cosa che ho fatto appena sono riuscita ad aprire gli occhi alle 6 è stato guardare fuori dalla finestra per controllare il cielo: nemmeno una nuvoletta!

il 4° punto ristoro della MANGIALONGA


Appuntamento per gli organizzatori alle 9 al campo sportivo ed io dovevo ancora finire di decorare il dolce ed integrarlo con un altro, perchè non si sa mai quando ci sono tante persone (più o meno compresi tutti direi sui 200!!!) se le quantità sono giuste, ed un dolce bello fresco dopo tanto camminare in una giornata soleggiata di Maggio si immagina vada a ruba!

La mia scelta infatti, avendo avuto l'incarico della preparazione di parte dei dolci, era andata senza troppe esitazioni ad una versione estiva del tiramisù con le fragole che in questa stagione sono rosse e profumate, oltre ad una versione per i più golosi alla nutella, il tutto senza usare uova crude, come invece prevede la ricetta tradizionale.

TIRAMISU' ALLE FRAGOLE

Ingredienti per 12 persone:

1 kg di fragole
1 litro di latte
6 tuorli d'uovo
300 gr  di zucchero
100 gr  di farina
1 stecca di vaniglia
1 limone
1/2 litro di panna fresca
1 bicchierino di marsala all'uovo
succo di mela limpido
savoiardi

Per prima cosa preparare la crema pasticcera mettendo a scaldare il latte con la stecca di vaniglia aperta a metà per il lungo (la preferisco decisamente alla bustina di vanillina) e la scorza di limone, toglierete entrambe quando il latte è intiepidito. Sbattete i tuorli con lo zucchero fichè il composto è chiaro e ben spumoso, aggiungete 1/3 del latte tiepido, poi la farina setacciata continuando a sbattere, infine il resto del latte.
Mettete il tutto sul fuoco e portate ad ebollizione, lasciando sobollire qualche minuto finchè la crema si è addensata, senza mai smettere di mescolare.
Mentre la crema si raffredda, lavate le fragole e tagliatele a pezzettini, cospargetele con qualche cucchiaio di zucchero, irroratele con il succo del limone e lasciatele a macerare finchè si è formato un po' di succo.
A questo punto scolate le fragole e diluite il loro succo con quello di mela, profumando con il marsala all'uovo. Passateci  velocemente i savoiardi e fate uno strato sul fondo di una pirofila, versateci sopra le fragole e coprite con la crema pasticcera ormai fredda.
Mettete in frigo a riposare, meglio se per alcune ore e prima di servire decorate con panna montata, fragole fresche e riccioli di cioccolato fondente.
Le foto del dolce finito non sono riuscita a farle perchè andavo di fretta, ma non ce ne è rimasto nemmeno un pezzettino, anzi purtroppo l'ultimo gruppo è rimasto a bocca asciutta :((  sarà per la prossima volta!!
Ci aggiorniamo presto con le foto (avevamo ben 2 fotografe!) e tanto altro

P.s. La foto me l'hanno mandata...grazie Cinzia!





venerdì 6 maggio 2011

IL MIO DOLCE DI PASQUA - La pastiera napoletana

Finalmente riesco a fare il post di Pasqua...meglio tardi che mai!
E' che c'è stato un po' di lavoro qui a Villa Villacolle, che ultimamente mi sbrigo tutto da sola, e in più ultimamente non potrei dire di godere di una salute di ferro, me ne capitano di tutte e di più, così che la mia vena creativa ne risente :(
Ma nonostante tutto non ho dimenticato di fare le foto, che non vedevo l'ora di mostrarvi


Questa è la versione mignon, fatta in un pirottino coloratissimo dell'Ikea e cotta negli stampi da muffins.
L'ho poi servita come dessert, accompagnata da una tartare di fragole e una mousse allo yogurt bianco...da leccarsi i baffi!!! La versione torta tradizionale invece l'ho servita per la colazione della mattina di Pasqua.
Mi direte, ma che c'entra la pastiera con la Liguria? Proprio niente, infatti l'origine di questo dolce è napoletana, ma è un dolce che per me significa Pasqua: lo faccio solo una volta all'anno, giusto per questa festività, visto che è un po' laborioso da realizzare e molto sostanzioso, e adoro il suo profumo di cannella (che per me è una droga...la metterei in ogni dove) e di acqua di fiori d'arancio, nonchè il piacevole contrasto nel ripieno tra il morbido della ricotta e la consistenza dei chicchi di grano che si sentono sotto i denti.
Ma ora veniamo alla ricetta

PASTIERA NAPOLETANA   Ingredienti per 2 torte

Per la pasta frolla:

- farina        g. 500
- zucchero   g. 150
- burro        g. 250
- tuorli         n. 4
- vanillina     1 bustina (oppure scorza grattugiata di 1 limone)
- un pizzico di sale

Io faccio prestissimo, la preparo nel mixer, mettendo  farina, sale e burro appena tolto dal frigo e faccio sabbiare, cioè frullo quel tanto che basta per avere un composto farinoso e grumoso simile a sabbia bagnata.
Poi aggiungo lo zucchero, aromi ed i tuorli e faccio girare ancora circa 30 sec, poi rovescio il tutto in una ciotola ed amalgamo gli ingredienti con le mani, cercando di non impastare (per non stimolare il glutine, in modo che non diventi elastica, che dopo la cottura significa - dura, ma resti bella friabile), finchè la pasta è omogenea. L'avvolgo poi nella pellicola trasparente e la metto a riposare in frigo almeno mezz'ora.

Questa pasta dura in frigo per alcuni giorni, potete anche prepararne di più e congelarla a panetti, è molto versatile utile per realizzare crostate e vari tipi di torte. E' molto semplice da realizzare, basta avere delle piccole attenzioni per una buona riuscita: il burro deve essere molto freddo, la farina è meglio che sia quella per dolci, come si dice in gergo - debole, non bisogna impastarla. Tutto qui!!

Per il ripieno:

- grano cotto        g. 600
 - ricotta               g. 500 (non troppo magra, meglio se di pecora)
- zucchero            g. 500
- uova                  n. 6
- burro                 g. 60
- canditi misti        g. 70 (a me personalmente non piacciono i canditi, così ho sostituito con la scorza grattuggiata di 1 arancia, anche se non ci vedo niente male le gocce di cioccolato fondente :P)
- 1 bottiglietta di acqua di fiori d'arancio oppure 2 fialette
- 2 bustine di vanillina
- cannella e scorza di limone

Io ho usato il grano Ebly, che essendo parboiled cuoce in breve tempo (20 min) e non necessita di ammollo preventivo, si trova nei supermercati, ma si può sostituire anche con il farro oppure l'orzo perlato. Bisogna metterlo in una pentola, aggiungere acqua 2,5 volte il peso del grano, salare e cuocere coperto finchè l'acqua non è tutta assorbita. Poi si pesa, si aggiunge il latte, la scorza di limone intera (che poi si toglie), la cannella a piacimento e si cuoce ancora a fuoco lento fino ad ottenere una crema. Alla fine si aggiunge il burro.
Nel frattempo si montano i tuorli con lo zucchero, si aggiunge la ricotta eventualmente resa cremosa con poco latte, la frutta candita, gli aromi, il grano intiepidito ed infine gli albumi montati a neve. Otterrete un composto piuttosto fluido.
Foderate le teglie (meglio con i bordi apribili) con la pasta frolla tirata piuttosto sottile, versate il composto e decorate la superficie con delle strisce di pasta piuttosto larghe disposte a griglia.
Cuocete in forno a 180°C per almeno un'ora finchè la superficie sarà di un bel colore dorato, coprite eventualmente con carta di alluminio se dovesse colorirsi troppo.
Lasciare raffreddare e spolverizzare con lo zucchero a velo prima di servirla.
Un consiglio: secondo la tradizione va preparata non oltre il giovedì o venerdì Santo perchè sia pronta la domenica, quindi con qualche giorno di anticipo perchè dà il meglio di sè quando i diversi sapori degli ingredienti si amalgamano in un'unico meraviglioso sapore!