sabato 24 dicembre 2011

E' NATALE!




In occasione di questo Natale, vi lascio una foto del nostro piccolo paesino, in una delle rare occasioni in cui è avvolto da un manto bianco, ed una piccola riflessione personale.

Sono stata una bambina fortunata, ho sempre ricevuto molti regali, ciò che desideravo...e anche di più.
Di quei doni non è rimasta che qualche traccia sbiadita nella mia memoria, ma sapete invece che cosa ricordo come fosse ieri?

L'emozione di svegliarmi quando ancora era buio e tutta la casa avvolta nel silenzio ed addormentata, percorrere a piedi nudi il corridoio fino alla sala e, nella magia delle luci dell'albero, come fossi entrata in una fiaba, vedere i giocattoli impacchettati con i fiocchi e le carte colorate.

E la consapevolezza che Gesù Bambino, con tutto quello che aveva da fare, si fosse ricordato di me ed avesse ascoltato ed esaudito le mie richieste!

Il tempo passa, i ricordi svaniscono, quello che resta sono le emozioni, vivide, e sono la nostra ricchezza.

Il mio augurio per questo Natale è di lasciarvi pervadere dalle emozioni, da grandi ma con il cuore da piccoli.

Se mettiamo il cuore in tutto ciò che facciamo, forse un senso lo ritroveremo in noi, in tutto quello che ci ritroveremo a vivere, nell'affetto dei nostri cari, nella comprensione degli amici, nel rumore assordante della vita, nella fatica e nella quotidianità di ogni giorno...

BUON NATALE DA TUTTI NOI!

Claudia, Cinzia, Monica, Anna, Enzo, Annamaria, Valentina

giovedì 15 dicembre 2011

LA FOCACCIA DOLCE

Ogni giorno alle 16.25 ho un appuntamento fisso: sono nel giardino della scuola ad aspettare le mie bimbe che escono insieme ai compagni, a volte saltellando e vociando, a volte parlando fitto fitto, raramente con i lucciconi agli occhi.

L'unica costante, dopo - ciao mamma!- che a volte viene pure tralasciato, è l'affermazione HO FAME!
seguita dalla domanda retorica: hai portato la merenda???

Infatti non dimentico mai prima di uscire di infilare qualcosa in borsa, e se sono impegnata a parlare con qualche mamma, non ci pensano due volte ad infilare le mani trafficando fino a che non hanno trovato qualcosa di commestibile :D

Io cerco di variare ogni giorno...bè, con la mamma che cucina, sono pure esigenti e si stufano a mangiare sempre le stesse cose, le signorine, così come non fanno onore al pranzo della mensa scolastica perchè a sentir loro la roba della scuola fa schifo !

Oggi, volendo portare qualcosa di diverso, ho pensato alla focaccia dolce, che è ideale anche per la colazione della mattina.
E' simile alla focaccia salata, ma un po' più alta e appena appena dolce, infatti la bontà è data dal condimento che si mette sopra, tanto zucchero e burro.
Si può fare con l'uvetta ed i pinoli, ma io, certa di fare cosa più gradita, ho usato le gocce di cioccolato ;)

LA FOCACCIA DOLCE


Ingredienti

Farina per pizze e focacce Molino Grassi gr 600
Zucchero gr 200
Burro gr 170
Uova intere 1
Tuorli 3
Latte gr 250
Gocce di cioccolato fondente gr 100
Lievito di birra gr 25
Zucchero vanigliato 1 bustina
Scorza di 1 arancia grattugiata
Sale gr 8

Pesate 60 gr di farina in una ciotola, sbriciolatevi il lievito e versate il latte tiepido fino ad avere un panetto piuttosto morbido. Mettetelo in un luogo tiepido fino a che non è raddoppiato di volume.

Mettetelo nella ciotola dell'impastatrice con la farina restante, 100 gr di zucchero, le uova, 120 gr di burro morbido, l'uovo ed i tuorli, il sale e gli aromi ed impastate aggiungendo il latte a poco a poco.

L'impasto deve essere quasi molle, in questo modo la focaccia verrà bella soffice.

Per ultimo aggiungete le gocce di cioccolato.

Lasciate riposare mezz'ora.

Fate fondere il burro rimasto, ungete una teglia e stendetevi l'impasto. Lasciate lievitare per un'ora circa sempre in luogo tiepido.

Ora con la punta delle dita unte fate i buchi sulla superficie, cospargete con il burro fuso e con lo zucchero rimasto e lasciate riposare ancora 20 minuti.

Infornate a 180°C per circa mezz'ora.






Ora, visto che con questa ricetta partecipo al contest di Bimbi a tavola



Vi scrivo la canzoncina che mi ha ispirato la ricetta - che tra l'altro era una delle nostre preferite


Drin drin drin drin dran Drin drin drin drin dran
Drin drin drin drin dran Drin drin drin drin dran
Quando suona di mattina
la mia sveglia birichina
è d'accordo con il gallo
quando torna il sole giallo
il rumore mamma mia
spaventare mi farà
ma la sveglia birichina
il dovere suo lo fa!

La sveglia birichina
trillando di mattina
d'accordo col galletto
mi butta giù dal letto!
Mi metto le ciabatte,
poi bevo il caffelatte,
mi lavo mani e faccia,
poi mangio la focaccia.
Mi dice la mia mamma:
"Corri bambina a scuola".
Poi dico la preghiera
che mi accompagna
fino alla sera.

Drin drin drin drin dran Drin drin drin drin dran
Drin drin drin drin dran Drin drin drin drin dran

Ma la sveglia birichina
per il babbo suona prima!
Alle cinque del mattino
puntualmente prende il treno
e ritorna quando è sera
sia d'inverno o primavera!
Finalmente quando è festa
la mia sveglia tacerà.
M
i dice la mia mamma:
"Corri bambina a scuola!".
Poi dico la preghiera
che mi accompagna
fino alla sera.

Drin drin drin drin dran Drin drin drin drin dran
Drin drin drin drin dran Drin drin drin drin dran





mercoledì 14 dicembre 2011

LE PENNE AL FUMO e la Cioccolateria di Carla

Ed eccomi arrivata alla terza ricetta degli assaggi, riassumendo:
una pasta asciutta, una zuppa, cosa mi invento??? Una pasta - risotto!

Ora vi spiego da dove mi è venuta l'idea

Qualche tempo fa, mentre gironzolavo aspettando di andare a prendere le piccole al corso di canto, sono passata nel negozietto di Carla, La Cioccolateria di Chiavari, un posto dove fermarsi per prendere una cioccolata calda o un tè accompagnati da biscotti artigianali è una coccola per l'anima.






Nella Cioccolateria trovate il cioccolato e tutte le sue specialità, ma anche tè, biscotti e tanta dolcezza.



Non è facile trovare negozi come questo, che trattano solo pochi articoli, motivo per cui non è facile trovare prodotti particolari e di grande qualità e soprattutto qualcuno che, con grande passione e competenza, te li fa conoscere e provare.


Ovviamente, essendo un negozio per appassionati, vi potete trovare anche teiere, tazze e tutto ciò che riguarda il mondo del tè.

Veniamo al dunque: Carla mi regala un sacchettino di Lapsang Souchong, il più intenso e forte tra i tè affumicati cinesi ed una ricetta per un risotto, che io, ovviamente, ho stravolto :D




PENNE RISOTTATE AL LAPSANG
con
SALMONE AFFUMICATO


Ingredienti per 4 persone

Scalogni 2
Radicchio rosso gr 200
Salmone affumicato gr 100
Tè Lapsang Souchong filtrato e ben caldo
Burro gr 40
Panna liquida gr 50
Sale e pepe nero

Portate ad ebollizione in una pentola abbondante acqua salata e cuocete le penne a metà cottura.

Ponete sul fuoco una casseruola con il burro e lasciatevi appassire gli scalogni tritati.
Una volta appassiti aggiungete il radicchio tagliato a listerelle, mescolate per insaporire e unite le penne.

Dopo qualche minuto incominciate a bagnare con un mestolo di te` Lapsang bollente e continuate ad aggiungerne a mano a mano che viene assorbito come per un normale risotto.

Terminata la cottura al dente della pasta, regolate di sale, versate la panna e lasciate mantecare qualche minuto. A fuoco spento aggiungete parte del salmone a pezzetti e mescolate.

Impiattate le penne e servitele con una macinata di pepe e una fettina di salmone.

Un sapore davvero ricercato ed originale






 
Anche questa ricetta partecipa al contest


martedì 13 dicembre 2011

LE ORECCHIETTE in una zuppa calda

Un po' freddino fa, anche se non come dovrebbe, comunque una zuppa calda ed un po' piccantina in ogni caso fa sempre piacere, ed ecco la seconda ricetta della serie.

Ho pensato ad una zuppa ricca di legumi, saporita e gustosa con il profumo del mare, che non ha nulla da invidiare ad un bel piatto di pasta.

Un modo diverso per gustare le orecchiette Benedetto Cavalieri che grazie alla loro qualità, tengono perfettamente la cottura anche se la minestra avanzata viene riscaldata il giorno dopo.
Il segreto è negli impasti di grano duro che sono lavorati lentamente, nella delicatezza del procedimento di trafila, realizzato con trafile in bronzo, e nella lentezza del procedimento di essicazione a basse temperature.

ZUPPA DI FAGIOLI CON COZZE e FUNGHI



Ingredienti per 6 persone

Fagioli borlotti freschi gr 600
Polpa di pomodoro gr 250
Acqua 1 litro
Cozze 1 Kg
Cipolla 1
Funghi secchi una manciata (se li avete freschi, meglio ancora)
Lardo di Arnad gr 30
Olio extravergine d'oliva
Peperoncino
Rosmarino
Pecorino per condire

Sgusciate i borlotti e lavateli.

Se usate i funghi secchi, ammollateli in acqua tiepida.

Sbucciate la cipolla e affettatela sottilmente, tritate grossolanamente il lardo ed il peperoncino, finemente un rametto di rosmarino e fate appassire con i funghi in una casseruola con 2 cucchiai d'olio.

Unite i fagioli e fateli insaporire qualche minuto.

Versate nella casseruola la polpa di pomodoro e l'acqua, portate ad ebollizione, regolate al minimo la fiamma e fate cuocere per circa 2 ore, finchè i fagioli saranno ben teneri. Non aggiungete il sale.

Nel frattempo in un tegame a fuoco vivo fate aprire le cozze ben pulite. Toglietele dal tegame, filtrate l’acqua dei molluschi ed aggiungetela alla zuppa. Adesso potete regolare di sale.
Lessate la pasta scolandola a metà cottura, quindi unitela ai fagioli e portate a termine la cottura.

Separate le cozze dal loro guscio, lasciandone qualcuna per la decorazione ed unitele alla zuppa poco prima di toglierla dal fuoco.

Servite la zuppa nelle ciotole cosparsa con il pecorino grattugiato e con un filo d'olio a crudo.









Questa ricetta partecipa al contest di Menta piperita & Co


lunedì 12 dicembre 2011

ASSAGGI DI PASTA

Non so che farci, sono una maga nell'arte di ridursi all'ultimo momento...sono incorreggibile, anti-programmi per eccellenza. Non riesco a concepire il fatto di anticipare un lavoro, non lo faccio apposta: dilato al massimo il tempo a mia disposizione, fino a dover utilizzare l'ultima parte disponibile del tutto.

Ogni volta prometto a me stessa di non farlo più, ma ogni volta ci ricasco ed ho capito che è inevitabile e me ne sono fatta una ragione.

Come potrei altrimenti crearmi quel mix di pressione, agitazione ed ansia che con effetto sorprendente mette in moto vorticoso ogni mio neurone, coadiuvato da una massiccia messa in circolo di adrenalina?

E' proprio quell'avvicinarsi della scadenza che mi fa provare una, chiamatela pure masochistica, folle sensazione di annegamento che fa sì che alla fine riesca ad emergere gloriosamente dalla situazione.

Magari una vita più tranquilla e serena, mi farebbe guadagnare in salute, ma probabilmente la trovo meno allettante, si vede che mi piace vivere passando da un picco ad un altro :)

Ecco spiegato perchè, avendo a disposizione 3 mesi, ho ideato i 3 sughi per la pasta Benedetto Cavalieri quando mancano giusto 3 giorni alla conclusione del contest di Atmosfera Italiana Pasta,solo pasta (con sugo e ricetta)

Quindi, da oggi, una pasta al giorno :)


SPAGHETTONI AL PESTO 
con
MENTA e LIMONE


Ingredienti per 6 persone

Burro gr 40
Limone 1

Per il pesto:
Foglie di basilico gr 40
Menta 1 mazzetto a piacere
Pecorino semistagionato gr 40
Mandorle gr 40
Aglio 1 spicchio
Olio extravergine d'oliva
Sale



Grattugiate la parte gialla della scorza  del limone poi spremetelo e tenete da parte 2 cucchiai del succo.

Fate fondere il burro in una padella a fuoco molto lento insieme alla scorza di limone.

Preparate il pesto frullando inizialmente pecorino, aglio, pinoli e sale,  poi il succo di limone, il basilico e la menta ed emulsionando versando l'olio a filo.

Nel frattempo lessate la pasta in abbondante acqua bollenta salata, scolatela e spadellatela pochi minuti con il burro aromatizzato.

Distribuite la pasta nei piatti e condite con il pesto diluito con qualche cucchiaio dell'acqua di cottura ella pasta.

Servite guarnendola con scaglie di pecorino, scorza di limone a filetti e qualche fogliolina di basilico e menta.




 Buona, eh???


Questa ricetta partecipa a 
di Atmosfera Italiana


domenica 11 dicembre 2011

IL PANDOLCE GENOVESE ed i denari della noce

L'origine del pandolce non è altro che il semplice pane, come la parola stessa ci suggerisce, un semplice pane che in occasione della festa diventa dolce.


Inizialmente era diverso da quello attuale, preparato con ingredienti più semplici: farina di grano, olio al posto del burro, miele, uva passa di Corinto, acqua di fior d'arancio e semi di anice.
In seguito, consumato in occasione della festa, si arricchisce sempre di più con altri ingredienti ad indicare auspicio di prosperità.

La lievitazione del vero pandolce invece era ed è tuttora ottenuta solo con il crescente, cioè il lievito naturale, l'unico capace di regalargli quella consistenza come diciamo a Genova un po'stringhegna cioè gnucca e quel'aroma meraviglioso, mescolandosi il profumo del lievito naturale con quello del burro, dei canditi, dell'acqua di fiori d'arancio e del marsala...non vi dico mentre era nel forno che cosa si sprigionava, dopo che erano stati abbracciati tutta la notte...

martedì 6 dicembre 2011

IN CUCINA CON LE AMICHE: il pandolce


« Cose diesci se ghe föse,
pe poeì dì: dulcis in fundo,
dö-trae fette de pan döçe?...
Sae o menù completo e riondo...
»



L'ultimo post mi vedeva in cucina con un gruppo di amiche (a dire la verità c'era anche un'uomo, ma siamo arrivate alla conclusione che il suo obiettivo più che cucinare è degustare :D eh Marco??? dai, confessa...) intente a preparare dolcetti natalizi.

Potevamo non cimentarci con  il pandolce, in Liguria il simbolo natalizio per eccellenza?

Per il pandolce non esiste una ricetta sola, ogni massaia ne aveva una di famiglia che custodiva gelosamente, e ne esistono due versioni: quello alto fatto con il lievito naturale (di cui vi parlerò prossimamente) e quello basso detto anche Baciccia o Antica Genova, molto più veloce da realizzare perchè si tratta in realtà di una frolla arricchita con frutta secca  e pinoli in abbondanza.

Io personalmente preferisco quello basso, friabilissimo, al punto che non andrebbe nemmeno tagliato con il coltello, ma spezzato con le mani, cosa che per tradizione spettava al capofamiglia alla fine del pranzo di Natale.

Con una parte dell'impasto potete fare dei pandolcini mignon da utilizzare come segnaposto sulla tavola di Natale, utilizzando un piccolo piattino o abbinando un altro oggetto che resterà ad ogni invitato come ricordo.




PANDOLCE GENOVESE BASSO

Ingredienti

Farina gr 500
Zucchero gr 150
Burro gr 150
Uvetta gr 180
Canditi misti cedro e arancia gr 100
Pinoli gr 60
Uovo intero 1
Tuorlo 1
Acqua di fiori d'arancio
Lievito in polvere per dolci 1 bustina
Marsala all'uovo  gr 50 (se preferite usate il latte)
1 cucchiaino di semi di finocchio (se vi piace)
Sale gr 6
qualche goccia di olio essenziale d'arancia


Setacciare la farina con il lievito, aggiungete le uova, il burro morbido, l'acqua di fiori d'arancio, l'olio essenziale d'arancio ed il marsala e lavorate gli ingredienti con la punta delle dita pochissimo, tanto quanto basta per ottenere un impasto legato.

Aggiungete per ultimi i pinoli e la frutta secca.

Formare delle piccole palline tante quanti sono gli invitati e sistematele sulla teglia.

Con l'impasto che resta formate una palla, mettetela su un'altra teglia e schiacciatela con le mani fino ad avere un'altezza di circa 3 cm. Fate dei tagli a losanga sulla superficie.

Lasciate riposare le teglie un'ora in frigorifero.

Cuocete in forno caldo a 180°C i pandolcini mignon per circa 15-20 minuti e quello grande per 40-50 minuti, dipende dalle dimensioni di entrambi.



Con questa ricetta partecipo al contest di  I Dolci nella mente